Il simbolo dell'aquila era nei popoli nordici germanici come in Roma,cosi come fu emblema dell'impero austriaco, ultimo erede del Sacro Romano Impero.Fu Carlomagno nell'800,che nel dichiarare la renovatio
romanii imperi ne riprese il simbolo fondamentale,l'aquila,e ne fece l'emblema del suo Stato.Ciò non ci impedisce però che,da un punto di vista più profondo,superstorico,di pensare a qualcosa di più semplice riuso.L'aquila nella mitologia nordica è già uno degli animali sacri ad Odino-Wotan e come l'aquila fu aggiunta nelle insegne romane dalle legioni,cosi apparve nei cimiteri degli antichi capi germanici.Si può pensare che mentre Carlomagno nell'assumere l'Aquila a simbolo del risorto impero aveva inizialmente in vista Roma antica,egli simultaneamente riprendeva anche il simbolo della tradizione ario-nordica,conservatasi solo in forma frammentaria e crepuscolare fra i vari ceppi del periodo delle invasioni.Nella storia successiva l'aquila ebbe un valore semplicemente araldico e il suo significato simbolico e morale più profondo e originario fu democraticamente dimenticato.Divenne un simbolo che soppravviveva a sè stesso e fu perfino usato per idee diverse.E oggi assurdo suppore la presenza,sia pur "sonnambolica",di concezioni diverse dalla tradizione,ne le cose possono essere diverse per gli eredi dell'antica romanità,e per gli eredi dell'impero romano-germanico.La conoscenza del significato originario del simbolo ario dell'aquila,risorto emblema delle genti e delle stirpi arie,contrassegna il significato più alto della lotta e dell'impegno,della antica gente aria,nel segno olimpico che evocando la forza stessa olimipica sterminatrice delle identità oscure e titaniche può (ri)sentirsi come milizia di influenze dall'alto ed affermare un superiore diritto a una superiore funzione di dominio e di ordine.
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